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"Nel breve libriccino sapienziale dal titolo Consumazione: un temporale il poeta francese Christian Bobin afferma che l'arte, nelle sue molteplici forme, è sempre ed esclusivamente un canto, un canto ininterrotto alla bellezza, alla sua trascendenza e alla sua convulsa oscenità. Non so se Lorenzo Fava abbia mai letto le pagine di Bobin ma certamente, inconsciamente, potrebbe farle sue. Quello che ci (rap)presenta Lorenzo è, di fatti, un canto smisurato ed agonico, infinito; sotto le mentite spoglie della poesia e del suo ordine metrico, (la quartina in primis), quello che recita è una preghiera incessante. [...]" (dall'introduzione di Alessio Alessandrini)