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Qui si vogliono sottolineare solo due questioni. La prima è una questione di metodo e cioè la presa d'atto, non facile, che le strade dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni e che l'idea di raddrizzare il legno storto dell'umanità è una cosa che accomuna tutti i totalitarismi. Gli esseri umani sono imperfetti e così il mondo che essi hanno creato, commettono errori e, come sa chi va per mare, mantenere una certa rotta significa correggere in continuazione gli effetti delle correnti, delle onde e dei venti. Questo vuol dire che a volte i fatti sono più forti dei principi. Il che ci collega alla seconda questione che come un fiume carsico appare e scopare nel corso di tutto il testo, vale a dire quella del riformismo, o del socialismo umanitario, o del gradualismo pragmatico.
