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Meno noto di altri grandi avventurieri del Settecento il palermitano Giuseppe Balsamo, il conte di Saint Germain, identificato peraltro con molti altri nomi e titoli non sempre nobiliari, si distinse per la fama particolare che abilmente si costruì di immortale. Se fosse davvero così, l'uomo avrebbe trecentoventiquattro anni, in base alla sua probabile ma non accertata data di nascita. O forse anche di più perché, nei salotti eleganti che frequentava in molte capitali europee, ogni tanto si vantava di avere conosciuto personalmente Giulio Cesare e addirittura Gesù Cristo. Uomo di ingegno come senz'altro era, e chimico provetto, aveva però messo a punto in modo sublime soprattutto l'arte del vivere come accadeva agli spiriti liberi del secolo XVIII. Ma anche, all'occorrenza, la pratica sperimentata di sottrarsi con abilità e fantasia alle proprie responsabilità, o ai debitori, quando occorreva. In forma saggistico-narrativa, in questo libro se ne racconta l'affascinante vicenda e si testimonia a proposito della reputazione di grande mago alla quale si dedicò ma soprattutto si narra del suo essere un uomo che non muore mai e che ancora oggi, si mostra a Roma il giorno di Natale.