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Questo libro «tratta di una biografia e di un paesaggio»: così scrive Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell'Anpi, nell'introduzione all'opera. La biografia è quella di Mariano Buratti, uomo delle Fiamme Gialle, professore al liceo classico di Viterbo che oggi porta il suo nome e infine capo di una banda partigiana che operava sui Monti Cimini. Gerardo Severino ed Enrico Fuselli ne ricostruiscono la parabola di vita, dolore e coraggio civile, partendo dall'infanzia a Bassano di Sutri (oggi Bassano Romano) e terminando con l'arresto su delazione a Roma, le torture a via Tasso e la fucilazione a Forte Bravetta. Il paesaggio è quello dell'Italia fascista: un contesto storico che rende complicata la vita privata e famigliare e impone scelte difficili, ardite, di fronte alle quali Buratti non si tira indietro, arrivando a pagare con la vita la sua lotta - filosofica e umana prima di tutto - per la liberazione dell'Italia dalla tirannia e dall'occupazione nazifascista. Quest'opera vuole essere un omaggio alla figura di uomo libero del professor Buratti, perché la sua storia possa illuminare il nostro presente.