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Nell'inverno perenne di una Scandinavia medievale, la giovane Vigdis si innamora perdutamente di Ljot, uno sfrontato marinaio islandese, audace in battaglia e sensibile alla poesia. L'attrazione è corrisposta, ma Ljot approfitta dell'ingenuità di Vigdis e abusa di lei. Una donna che subisca violenza non ha strumenti di difesa nell'antica società vichinga. La vittima è l'unica colpevole ed è condannata al pubblico ludibrio. Ljot implora il perdono, ma Vigdis rifiuta ogni compromesso, allontanandolo da sé. La violenza l'ha resa estranea perfino ai propri sentimenti: non può rinnegare l'amore che, prepotente, continua ad animarla, ma sente affiorare in sé un tremendo desiderio di vendetta. Quando scopre di essere incinta dell'uomo che ama e che, senza ucciderla, le ha tolto la vita, Vigdis ritrova la forza per reagire. Ricomincia a esistere. Passano gli anni e non mancano le gioie, le amicizie e gli affetti. Perfino l'onore, che Vigdis ritrova nella sua indipendenza e nell'educazione del figlio. La serenità, però, non le appartiene. I frantumi dell'amore si sono ricomposti in odio e la protagonista sta ordendo, a tratti inconsapevole, la più cruenta delle vendette.