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Questa silloge è opera articolata e complessa. Non a caso si apre con una citazione di E. E. Schmitt: "Non si può eludere il proprio destino. Tu sei il mio destino". Un destino che sempre contempla una preghiera all'Altissimo che nel Suo eterno creare consente agli esseri umani di partecipare alla creazione. Ecco: la poesia è poiesis, un plasmare le forme del mondo e della propria mente. La poesia di Santa Fizzarotti Selvaggi, scrive Ciro Capotosto, rispecchia il mistero del cuore umano, palpitante di sentimenti, emozioni, passioni, a volte anche contraddittori, ma capace di elevarsi al di sopra della realtà quotidiana. Il discorso religioso che il poeta affronta è pienezza dell'esperienza umana; si traduce in grido di invocazione a Dio, capace di appagare i desideri del cuore. Le "ali di Fuoco" a cui si riferisce l'Autrice sono quelle dello Spirito Santo che nel Cenacolo infusero un nuovo intelligere negli Apostoli. Santa Fizzarotti ama la vita e tutto ciò che il Signore ha creato. C'è qualcosa di antico e di nuovo in ogni raccolta di Santa Fizzarotti Selvaggi, annota infine Francesco De Martino. Si tratta di "una magia che si produce col bacio delle Muse, che non baciano tutti".