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Di acque, di strade, di terre, è il racconto, dal titolo evocativo, di un viaggio che ha attraversato alcuni luoghi sacri per le spiritualità dell'India: la Moschea del venerdì a Delhi, Sarnath, sito della prima predicazione di Buddha, Varanasi, sulle rive sacre del Gange, dove gli induisti si recano per purificarsi dal passato e per assistere alle celebrazioni del sole nascente, i templi di Khajuraho, adornati di sculture erotiche, il Taj Mahal ad Agra, ed Orchha, sulle rive del fiume Betwa. Una testimonianza permeata da riflessioni sui contesti sociali attraversati, la storia dell'India, il messaggio gandhiano, la condizione delle donne, l'analfabetismo, in un paese oggi in forte evoluzione, dove convivono tradizioni radicate e modernità, degrado ambientale e nuovi modelli di sviluppo, di cui si è fatto portavoce il movimento ecologista indiano, con Vandhana Shiva. Basato sul diario di viaggio dell'Autrice, arricchito alla luce di ricordi, riflessioni e letture amate, l'opera segue un doppio linguaggio espressivo: la scrittura, a tratti autobiografica e poetica, con un'impronta giornalistica, e la fotografia, che rievoca alcune suggestioni dei luoghi visitati, cogliendo immagini di vita quotidiana, ed ispirandosi alla fotografia di strada. Un libro da leggere e guardare, che termina con un messaggio di speranza: l'esempio di un maestro di un villaggio indiano, che insegna come il valore della condivisione possa diventare una buona pratica di equità sociale.