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Storia sacra e storie popolari si svolgono in questo libro, sostenendosi in delicato eppur mai precario equilibrio: la parabola dei cattivi vignaioli e quella delle vergini accorte intrecciate alla tradizione del teschio esausto di Adamo sotto il Calvario; alla leggenda della zingara che ruba uno dei chiodi destinati a crocefiggere Cristo; all'aureo miracolo della goccia del sangue di Gesù, "onguent" risanante l'occhio del centurione che gli ha trafitto il costato per accertarsi della sua morte; alla fantasiosa etimologia di "Tomaso" come abisso, un luogo che no se toca / el fond, che te se perdet in del scur. [...] "I Present" è un impasto sapientissimo - non studiato, costantemente affidato all'evidenza dei sensi e della pietà umana - di crudeltà e dolcezze: rude e raffinato, aristocratico e terragno, affettuoso e impersonale.