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Una poesia errante, che nasce da appunti fotografici, dai passi che scrutano angoli in cui si annida un dettaglio, attraverso cui si può percepire un accadimento straordinario, nel senso etimologico del termine, ovvero fuori da ciò che è ordinario. Un ingrandimento che sgrana il reale fino a manifestare ciò che è oltre la soglia dei sensi. Sono esercizi di ethopoiesis, per tracciare, per creare se stessi in un progressivo spostamento. Così i passi creano una geografia nuova, interiore, poetica. Una conversione, un voltarsi continuo, una trasmutazione della realtà fenomenica a ogni passo.