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Romanzo autobiografico ambientato durante la Grande guerra, "Il fuoco" (vincitore del premio Goncourt 1916), descrive la vita di trincea con i suoi quotidiani disagi fisici e mentali, le marce forzate in un territorio devastato dagli scontri, i sentimenti dei soldati, i loro dubbi, le loro paure, descrivendo con un linguaggio spontaneo i tratti e le personalità, spesso semplici, dei fanti. Molti di questi soldati, altro non sono che contadini, operai, poveri cristi, sradicati dalla vita civile e scaraventati in un carnaio incomprensibile, nel quale mettono, loro malgrado, continuamente a repentaglio la propria vita. Poi, quando un bombardamento finirà per decimare la compagnia cui l'autore di questo libro appartiene, gli uomini come ridesti da un maleficio, presa improvvisamente piena coscienza della loro miserabile condizione di schiavi al servizio di una classe politica ed economica che utilizza la sofferenza di milioni di individui per per-seguire i propri interessi, si ritroveranno a criticare aspramente la guerra e le sue motivazioni, augurandosi che tanto orrore sia servito affinché non abbia a ripetersi più.