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"Dedalo e i labirinti" ci propone il quadro appassionante, polemico e vivace della scuola italiana tra Novecento ed oggi, in un racconto nel quale l'autore - dopo una vita intera dedicata all'insegnamento e alla direzione di istituti scolastici - ne ricostruisce lo svolgersi sdoppiandosi nei due protagonisti del libro, l'io narrante, senza nome, e Luca, professore e preside, per il quale la scuola è stata ragione di vita. La curvatura saggistica, che arricchisce il racconto, agile e vivo nello stile, si trasforma propriamente nel romanzo di un viaggio in treno, viaggio che porta i due alle terre della loro origine, il Meridione incantato delle loro nostalgia e della loro formazione. Nel racconto, l'io narrante svolge soprattutto la funzione dell'ascoltatore, tuttavia reattivo e partecipe; Luca evoca le esperienze scolastiche dall'infanzia all'Università nel tempo mitico del Sessantotto, fino alla direzione di istituti scolastici in Romagna, divenuta sua terra d'elezione: e dunque ricostruisce il labirinto dedaleo della sua vita, le polemiche, le passioni, gli uomini e le donne delle sue esperienze, specie nel luogo - la scuola - che più di ogni altro, al di fuori degli affetti familiari, ha segnato la sua esperienza d'uomo.