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Scrive Nadia Zoli nella sua nota introduttiva che "Pozzaghere in affitto" «è la storia di un luogo diviso in due paesi: uno grigio, dove si scrive sui muri, dove si barcolla dalla fame, e uno bianco, dove esistono ancora le cose belle, dove i piedi affondano nell'erba fresca»: una splendida sintesi, perché in un giro breve le parole dicono per intero quale sia lo spirito del racconto, tra rendiconto veristico e fuga in un mondo altro, vicinissimo e remoto, capace di darci il senso del vivere, come una nuova ed aspra parabola, genere - come sappiamo - non a caso destinata a svelare il vero mediante le trame di un racconto esemplare.