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I componimenti seguono i cicli naturali e l'andare delle stagioni, sfiorando i temi della natura, della vita, della morte, della sofferenza, della magia e dell'amore, in diverse forme e sfaccettature e spesso amalgamati tra loro. Ricorre trasversalmente il tema dell'eterno e dell'immortale. Le poesie sono divise in quattro sezioni che corrispondono alle quattro stagioni: il percorso non rispetta l'ordine convenzionale in quanto inizia dall'estate (il Matto, 0), la quale racchiude sentimenti più ingenui, genuini e spensierati, punte di frivolezza ed ebbrezza, e pure poesie dedicate a momenti ed atmosfere estive. L'autunno (l'Appeso, XII) è caratterizzato da un increspamento di tale leggerezza, ed affiorano i temi della morte, della malinconia, di una protensione verso la fine. Questi vissuti raggiungono il culmine del viaggio durante l'inverno (la Morte, XIII), in cui si intensificano la cupidigia, la desolazione e il freddo, per poi acquietarsi gradualmente e giungere alla primavera. Questa fase rappresenta una sorta di rinascita (il Mondo, XXI), dalle tinte talvolta dolci ed altre decise e raggianti, ma pure, a tratti, nostalgiche. In questa stagione nascono i fiori e i frutti conseguenti al percorso svolto, integrando le diverse sfaccettature che caratterizzano i vissuti delle fasi precedenti.