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Un bambino abbandonato in un orfanotrofio, due genitori che se ne allontanano col cuore a pezzi e con la speranza di riabbracciarlo in un futuro più roseo. Si apre così questo romanzo che racconta la malasorte di tre generazioni nell'Italia rurale del '900, in costante lotta contro la miseria e la sfortuna. In un mondo che chiude un occhio sulla violenza verso donne e bambini, sull'usura, sull'emarginazione sociale e che invece si fonda su ristrettezze mentali e tradizioni rigide e opprimenti. "Se si nasce tondi, si può morire quadrati?" è questa la domanda che spesso scoraggiata si fa Chiara nei momenti in cui, nonostante gli sforzi e le privazioni, le sembra che la tanto agognata luce resterà per sempre solo un'utopia. Le uniche armi a disposizione per lasciarsi alle spalle la soglia della povertà saranno l'impegno, la fatica e il sacrificio, ma basterà questo per sopravvivere in un mondo pieno di cattiveria? Basterà la voglia di andare avanti a dare un lieto fine a Luca, Chiara e Gino? O rimarranno per sempre oppressi dalla cattiva sorte?