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La solitudine induce a una ricerca interiore, a guardar dentro sé stessi attraverso il ricordo e a ricostruire il mondo passato in cui si è cresciuti. Lo sguardo dell'autore, che indugia affascinato sulle bellezze naturali della Patagonia, mette a fuoco ciò che ha inciso sulla sua vita, lasciandovi un segno indelebile. Il viaggio come metafora: dopo "Per Santino", in cui si rievocava l'infanzia, in questo volume, secondo della trilogia sulle età della vita, è protagonista la maturità, con le sue luci e ombre, i cui contorni si delineano sempre più netti mentre, di tappa in tappa, l'avventura patagonica si rivela un itinerario fantastico.