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Lo Spirito Santo e il Papa, il principio dell'unità invisibile e il garante della comunione visibile della Chiesa, sono, per triste ironia della storia, l'oggetto della millenaria divisione tra Cattolici e Ortodossi. Manca l'accordo proprio sulla processione dello Spirito e sul primato del pontefice romano. Il libro tenta di districare insieme questi due problemi, alla luce della paternità divina, attraverso un dato peculiare della teologia indivisa: l'intima e inseparabile correlazione tra primato e comunione; in termini greci si direbbe la "pericoresi tra monarchia e koinonia". Tale "primato comunionale" è forse la chiave che permette di avviarsi verso la risoluzione del conflitto dottrinale. Riconciliazione possibile se si è animati da una santa nostalgia d'unità, se non si idealizza il passato (il primo millennio) e ci si orienta verso il provvidenziale bene maggiore di una verità più piena e di una comunione più salda. L'epilogo si apre alla speranza che la nostra generazione sia l'ultima a vivere in stato di scisma ed invoca un Concilio di unione centrato sulla persona del Padre.