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Le riflessioni contenute in questo libro muovono idealmente dalla scelta, operata il 15 agosto del 1971 dal Presidente USA Richard Nixon, di sganciare il dollaro dalla parità aurea, stabilita a Bretton Woods nel luglio del 1944, come paradigma di valore per l'economia e per la finanza internazionale. La globalizzazione successiva al 1989 ha poi dilatato ulteriormente le dimensioni problematiche di questa nuova libertà valutaria e finanziaria, lasciando emergere un progressivo disordine nella finanza mondiale causato anche del fatto che, smontato il sistema nato a Bretton Woods, non ne è stato codificato un altro. Una dinamica capitalista ormai prossima alla saturazione ed il disordine finanziario, alimentato da una sproporzionata dimensione dei debiti sia pubblici che privati, concorrono a creare un profondo disequilibrio che spinge molte persone ai margini della società. La ricerca di un nuovo umanesimo dovrebbe essere la fonte ispiratrice di un ordine istituzionale, economico e finanziario mondiale, che metta la dignità e i diritti sociali della persona al centro delle scelte ordinamentali. Occorre prendere atto che la dimensione globale della finanza e dell'economia non può schiacciare la persona riducendola a strumento di consumo e di produzione.