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Nei primi anni '60, quando è ormai chiara la sua dedizione alla ricerca di un linguaggio primordiale, che affonda le sue radici nella mitologia e nell'inconscio, Gastone Novelli costruisce la sua casa di Saturnia ed elegge la città di origine etrusca a luogo d'incontro con altri artisti e intellettuali. Il libro, a cura di Anna Cristina Caputi e Guglielmo Buda, è dedicato proprio al rapporto di Novelli con questi luoghi, ed è pubblicato in occasione dell'omonima mostra. I disegni della serie Saturnia e le altre opere - tra cui le sculture Montagne - sono accostati a reperti archeologici già raccolti nella storica Collezione Ciacci, alludendo alla scelta dell'artista di attingere dal reale in modo soggettivo e mettendo in luce il legame con l'eredità etrusca, esplorato anche dal saggio di Maria Vittoria Marini Clarelli. Mantenendo la carica evocativa e onirica del paesaggio maremmano, le opere di Novelli restituiscono però uno spazio mentale e interiore che sembra richiamare quella realtà altra