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"Inventario della radice e dell'effimero" è una raccolta di poesie che nasce dall'emozione di vivere la propria umanità, in un mondo che pare a volte rovesciato e poco consistente nei suoi valori fondanti più universali. È una poesia che abita e radica nelle cose che accadono, che vive storicizzata in tempi, luoghi e avvenimenti di un mondo dove le assenze sembrano valere più delle presenze, un mondo che reca i segni della fragilità e dell'effimero, la poesia dell'esserci nonostante tutto, un grido verso l'infinito. Il testo si interroga sui grandi temi della vita, versi che spesso suonano come rimproveri, ma che vogliono anche essere parole di speranza, per la costruzione di un futuro migliore. L'intento dell'autore, che può esperire il lettore nella lettura, è mantenere, per quanto possibile, un magico equilibrio fra emozione e distacco dall'emozione, tra personale e distacco dal personale, versi che vogliono essere universali come universale deve essere la poesia. È una silloge che va vissuta e letta intensamente con il desiderio di immergersi nei suoi battiti, forti e silenti, per poi riemergere e ritrovare attracchi.