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Il senatore Pallantine di New York, salito sul mitico taxi di De Niro in Taxi driver, confidò al tassista: «Ho conosciuto maggiormente il popolo americano viaggiando in taxi che in tutte i comizi della politica». Sta tutto qui. Il taxi è un luogo intimo, pericoloso e pauroso, ma anche capace di svelarti l'animo più vero delle persone, a volte di intere comunità. Il taxi è un luogo chiuso, dove può accadere di tutto. Spesso è condiviso da due persone sconosciute che si temono sottilmente a vicenda. Si può parlare, stare in silenzio oppure lottare. In senso letterale, oppure solo attraverso le contrapposizioni della dialettica. Il taxi è un luogo profondamente oscuro. E D'Amico ci racconta una serie di incontri-scontri umani che danno vita a colpi violentissimi oppure a gesti di generosità e lealtà. Il tono brioso del romanzo non sottrae il lettore al mistero di quel che può succedere in ogni attimo, nel bene e nel male. C'è tutta la passione di un lavoro la cui difficoltà è spesso sottovalutata e che in queste pagine trova la sua reale misura, sempre in bilico fra una corsa appena conclusa e l'abisso di curiosità e paura per quella successiva.