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È il 1970 quando gli ultimi cittadini italiani residenti in Libia vengono espulsi e rimpatriati. Fra questi c'è anche Amedeo, un giovane uomo che vive con grande contraddizione e nostalgia l'allontanamento da quella che a tutti gli effetti considera la propria terra. Nel viaggio per mare che li porterà in Sicilia e poi a Napoli, riaffioreranno i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza, ma soprattutto si farà palese una sua presa di coscienza sulle motivazioni storiche e socio-politiche alla base di questa decisione. Amedeo sa che i ventimila italo-libici rientrati forzatamente nel Paese dal quale erano emigrati decenni prima troveranno un panorama culturale e sociale completamente mutato; ciò che lo corrode e lo spaventa è soprattutto l'ombra dell'America, con il suo consumismo, ma la sua riflessione non si esime da una ricerca delle responsabilità. A cavallo fra saggio e racconto, Sammartano con "Dalla Libia all'Italia. Un rimpatrio forzato" chiude la sua ideale trilogia sulla Libia: un tentativo consapevole di rendere conto di una parte della storia spesso rimossa dalle coscienze collettive.