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Ettore Barchesi ha trent'anni e non ha una professione che possa definirsi tale, come gli ha fatto notare l'impiegato dell'anagrafe al momento di rinnovare la carta d'identità. Non ha neanche una laurea, nonostante sia ancora inutilmente iscritto a giurisprudenza. Non ha una casa, visto che deve vivere ancora coi genitori. E non ha neppure una ragazza, da quando Claudia l'ha lasciato senza spiegazioni. Insicuro, immaturo e profondamente inconsapevole, Ettore racconta così le quattro stagioni del lungo anno, il 2000, che sarà necessario per dimenticare - forse - Claudia e provare a diventare finalmente adulto. Tra episodi ironici, profondi scoramenti e inspiegabili rancori verso gli studenti di Scienze della Comunicazione, Ettore è il protagonista d'un romanzo di formazione in ritardo, abitante sconsolato d'una provincia immobile nella quale l'adolescenza pare non possa finire mai.