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Cultore di un filone fantastico-visionario di cui è forse l'unico esponente nella letteratura italiana contemporanea, Silvio Raffo trova in questi brevi, agghiaccianti romanzi - come nei racconti arricchiti da nuovi testi inediti - piena e compiuta espressione. "La pupilla della tigre": Consuelo Bannister, cieca dalla nascita, è la figlia del console inglese a San Sebastian. La ragazza ha la possibilità di percepire il mondo grazie all'aiuto del fedele servitore Manolito. Alla morte dei genitori Consuelo viene affidata alla tutela di Iris Regueiro, amica della madre ed ex suora laica appartenente a una setta di fanatiche religiose che ha la sua sede segreta in un villaggio vicino a Glendalough, in Irlanda. Sfigurata in gioventù dall'artiglio di una tigre, Iris le propone un viaggio alla volta di una fontana miracolosa, dove potrà riacquistare la vista. La ragazza accetta l'invito; ma forse dietro quel gesto all'apparenza generoso si cela una sinistra macchinazione della setta... Il racconto è un'ambigua contraddanza tra realtà e visione; ambiguità che suggella inesorabilmente anche l'inatteso finale. "La sposa della morte": Un'opera d'arte difficile da decifrare attrae l'anima delle persone travolgendola fino allo stordimento. Raffigura un cavaliere e una strana coppia di sposi sullo sfondo di una campagna minacciata dall'alta marea ed esercita sui personaggi questa inspiegabile attrazione. Il titolo - La Sposa della Morte - non aiuta a rivelare il significato; si conosce solo il nome dell'autore, un certo Markus Eberden, vissuto in un convento a Lonely Island, nelle regioni delle maree, a sud della Gran Bretagna e la storia si svolge in un presente non definito. Le voci dei personaggi narranti si alternano nel tempo che passa, raccontando la loro esperienza confondendosi con l'alzarsi e l'abbassarsi della marea, in un ritmo incessante a ricomporre infine un mosaico talmente perfetto da riproporre un nuovo insondabile enigma. "Le insidie celesti": 12 racconti fantastici in cui le categorie di spazio e di tempo travalicano i confini del reale per condurci nel regno del perturbante e nella dimensione della sincronicità junghiana.