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Negli scritti di Pierre Loti, il paesaggio e la cornice esotica sembrano spesso prevaricare la trama; è ciò che avviene nel racconto dedicato a Rapa-Nui e, soprattutto, nello struggente idillio tahitiano del "Matrimonio". Nonostante il vocabolario semplice e quasi povero, la sua arte essenzialmente impressionista ci suggerisce tutte le sfumature delle sensazioni così diverse provate da questo viaggiatore assetato di nuovo. Il suo gusto per l'esotismo e le civiltà più lontane traduce infatti un perpetuo bisogno di evasione ma nasconde anche, in fondo, l'incurabile malinconia dei Romantici, ossessionati dall'idea della morte, e la convinzione che tutto nell'uomo sia illusione e vanità.