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"Non è facile definire le caratteristiche di questa nuova opera dell'autore, tanto ricche sono le suggestioni di personaggi, ambienti, riferimenti, letture, considerazioni critiche molto vaste e puntuali su scrittori e maestri che chiaramente hanno influito nella strabocchevole formazione dello scrittore. Sempre con originalità e scoperte personali che rendono ancora più ricca e feconda la lettura e con un tono quasi di civetteria, l'autore gioca col tentativo di autodefinirsi soprattutto un lettore. Per sua stessa esplicita ammissione fin da ragazzo la lettura si potrebbe dire ininterrotta è stata l'alimento principale della sua formazione, ben oltre i confini del percorso scolastico e la comprensione entusiasta, come anche gli scontri con gli insegnanti sono stati occasione di arricchimento e di crescita. Ma per molti versi sono l'ambiente familiare e le avventure e i giochi con i propri coetanei a costituire forse la palestra più interessante delle sue scoperte e delle sue amicizie. Nuccio Fava Enzo Randazzo passa attraverso la narrazione memoriale suscitata dall'elemento dei reading poetici, dei congressi della Democrazia Cristiana e delle Settimane Pirandelliane, dei seminari con Aldo Moro, dei comizi con De Mita e Pannella, degli incontri con Leonardo Sciascia, inserendovi anche le nebbie russe più dialoganti di quelle nostrane e le fucine del fabbro in cui sentiva troppo caldo e respirava maligni odori di bruciato. Si affida alla memoria come strumento di accesso a una verità capace di manifestarsi indipendentemente da griglie e schemi linguistici, consegnandosi al potere della scrittura, lasciando parlare il linguaggio, utilizzando le parole come sonde capaci di rivelare la compresenza nella narrazione di patto autobiografico e di paratesto romanzesco, presentandosi come un romanzo che è però allo stesso tempo un'autobiografia, oppure, mi permetto di insinuare, nessuno dei due." (Gisella Mondino)