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«Aspiravo all'invisibilità e all'indifferenza, mi crogiolavo in giornate copie conformi, prive di illusioni e disillusioni. Amavo la banalità del nulla quotidiano.» Giulia, trecce nere di capelli sottili, occhi verde-argento nascosti dietro occhiali troppo grandi, pelle trasparente come carta velina, ginocchia appuntite, unghie fragili. Giulia e la bilancia; Giulia e il cibo; Giulia e due dita in gola. E poi, Giulia e Gufo, o meglio Guglielmo Foresta - per le donne Il Conquistatore -, aria beffarda, capelli color caffelatte e il bisogno di perdonare se stesso dietro il suo fare da sciupafemmine. Giulia e Guglielmo si scontrano, letteralmente, sotto la pioggia battente di una nottata milanese, lui in sella alla sua fedele moto, lei in bici; quell'impatto segna però l'inizio di una strana amicizia che ha sin da subito il sapore agrodolce dell'amore e racchiude in sé un magico potere salvifico. Stringimi l'anima racconta con estrema delicatezza i confini di un baratro in cui si può precipitare quando si perde il controllo, e lo fa con tocco lieve arrivando proprio lì, in quel punto del corpo in cui fa più male e in cui si celano i vuoti dell'essere umano.