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Non capita tutti i giorni che uno scrittore sia brutalmente ucciso nel proprio studio. Soprattutto se si tratta di uno scrittore di fama internazionale come Massimiliano Doroni. È stato ritrovato cadavere, pugnalato alle spalle con un punteruolo da ghiaccio, sul pavimento del suo studio dove si era ritirato nel corso di una festa privata organizzata nella sua villa sulle colline pisane. Il vicequestore Amendola si rende subito conto che è impossibile affrontare l'indagine nel modo tradizionale. Non solo a causa delle importanti personalità presenti alla festa né per il giro di escort e droga che quasi sempre si muove ai margini di questo tipo di eventi, quanto perché Doroni era un beniamino dei media e il rischio che questi scatenino una caccia alle streghe è reale. Decide così di ricorrere all'asso nella manica della questura di Pisa: l'eccentrico ispettore Olivetti soprannominato il Poliziotto Dalì per i suoi baffi arricciati, sempre curatissimi. Olivetti è un maestro nella gestione degli interrogatori, dunque perfetto per approcciarsi ufficiosamente ai tre principali indiziati: la algida moglie dello scrittore, Luisa Morandi; il suo migliore amico nonché editore, Luigi Bernardini; la sensuale ed enigmatica studentessa Vittoria Brambati, aspirante scrittrice e pupilla di Doroni. Tre personalità complesse, ognuna enigmatica a modo suo. Poco il tempo a disposizione dell'ispettore per riuscire a districarsi tra menzogne velate, alibi insospettabili e indizi illusori. Nella sua ricerca della verità Olivetti sa che dovrà spingersi al di là di ogni evidenza, di ogni certezza. Leonardo Nanna sa catturare il Lettore e tenerlo incollato alle pagine senza mollarlo più. La sua bravura non sta soltanto nella perizia di architetto della narrazione ma anche e soprattutto nel modo di raccontare, nello stile preciso e dettagliato.