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In una Dublino grigia e fumosa, che diviene l'emblema del decadentismo morale delle città occidentali del secolo scorso, le principali fasi della vita umana si dipanano attraverso le vicende di quindici storie: l'infanzia con "Le sorelle", "Un incontro", "Arabia"; l'adolescenza con "Eveline", "Dopo la corsa", "I due galanti", "Pensione di famiglia"; la maturità con "Una piccola nube", "Rivalsa", "Polvere", "Un caso pietoso"; la vecchiaia con "Il giorno dell'Edera", "Una madre", "La grazia"; per concludere "I morti", il racconto più celebre. Sono storie di personaggi imbrigliati in un'esistenza greve ma inconcludente; il filo conduttore è quello di narrare le vite di esseri umani frustrati e avviliti, spettatori inconsistenti che, grazie a un'illuminazione o a una rivelazione, tentano di smuoversi dalla loro immobilità, senza però riuscirci. L'essenza e lo stile di Joyce sono raccolti in un capolavoro letterario che, dopo un tribolato percorso, venne pubblicato nel 1914. Quindici racconti, solo all'apparenza anonimi e ordinari, tra le righe dei quali emergono sentimenti complessi e riflessioni profonde.