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Il poeta è un solitario chiuso nella sua piccola stanza di parole essenziali. Incolonna i termini, li setaccia e scopre nella sua bisaccia consunta la povertà dell'essere, le difficoltà dell'autenticità nel vortice delle stagioni, ma raccolto nel mantello e nell'ascolto di un attimo di silenzio coglie magicamente il punto fermo, invisibile e potente dal quale tutto è: il mondo e le sue sfere. Il poeta tra il blaterare di tanti, tace tenendo in tasca una sola parola, quella evocatrice, quella preziosa che sa richiamare in un lampo il bello e il terribile, il vero custodito nel grembo della palpitante creazione. E ai versi migliori affida il soffio muto del venticello e l'impeto dell'onda tra i gabbiani.