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Scrittura rabbiosa, sofferta, distruttiva, che non disdegna l'abbandono totale al nichilismo e alle umane contraddizioni. L'autore peregrina nel dolore dello spirito e del corpo per dare vita a un percorso filosofico dell'esistenza che pare non possa concedere alcun perdono o possibilità né alle cose né alle persone. In questa ottica, la bellezza cela quindi in seno un veleno invisibile. Proprio come un oleandro. Solo l'amore, quello reale del quotidiano vivere, e circoscritto esclusivamente alle sole mura domestiche - ormai divenute tempio inaccessibile al mondo esterno - può garantire spiragli di salvezza altrimenti destinata a essere solo parola, significante, pretesto. Un sogno allucinato.