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È comodo essere credenti, affranca dalla responsabilità e dalla fatica di cercare. Se poi si crede in qualcosa su cui convergono miliardi di persone, beh, questo dà una certa sicurezza e dà anche modo di usufruire di molti vantaggi fra cui la solidarietà, l'appoggio del branco, il senso di appartenenza, di sussidiarietà ecc... Ci sono infiniti motivi, non sempre nobili, per decidere di credere, mentre la strada della ricerca personale è cosparsa delle ossa di coloro che hanno inseguito dei miraggi. Per molti la religione rappresenta una stampella insostituibile nella loro fragilità esistenziale. Non si intende togliergliela se questa li fa vivere meglio e permette loro di sopportare con serenità le brutture della vita. Non si deve comunque guardare il cristianesimo come se si trattasse di un monolite granitico. Al suo interno si sviluppano articolazioni estremamente variegate e a volte molto interessanti. Specie nelle micro cellule parrocchiali o fra gruppi spontanei e nelle associazioni si muovono persone di grande afflato umanitario, che spendono la loro vita nel tentativo di alleviare le sofferenze altrui. A queste persone va rispetto e riconoscenza.