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Maneggiare con cura quello che c'è dentro. Dentro dove? Nell'anima e nei pensieri dei protagonisti di questi racconti. Un po' storti, a tratti border, come Frida (Il talento di Frida), che insegna alle persone a piangere ai fune rali. E ancora Biagio (Allerta meteo per vento forte), anemofobico innamorato. Persone che davanti a un bivio che conduce allo stesso destino, ingranano la retromarcia. Come Bianca (Sirena), che si traveste da sirena in un mondo di kraken; Antonia (Antonia e la discarica), che le farfalle nello stomaco le sente solo quando apre un libro; Lucia (La culla), impreparata a una nuova vita e Adelmo e Adua (Non è ancora il momento) in fuga dai figli, mano nella mano. Chi, al bivio, è ancora fermo. Come Giu e Ti (Ferragosto), coppia in crisi in un maledetto ferragosto o Anna (Violenza domestica), la cui sofferenza è visibile solo agli occhi di un anomalo narratore. Remo, Elisa e Giò (Se fossi un cavaliere, La bicicletta blu e Paper friends), invece, sono poco più che bambini. Eppure, trovano il modo di combattere la violenza della vita con la forza dei sogni. Infine, c'è Giacomo (Un fiore al giorno) che non sa che farsene della propria frangibilità e la trasforma in perfidia. Queste storie, popolate da altrettanti sopravvissuti, comprimari che a volte rubano la scena, ci parlano di transitorietà, di quello che sfugge alla nostra smania di controllo, di ciò che sta ai margini eppure ci riguarda e che ci sussurra all'orecchio: «Siamo umani. Fragili come il ferro.»