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Da recenti studi pare che i castelli nel territorio di Tarzo fossero quattro: Castelnuovo - "Castro Novo" Castello dei Da Corbanese - "Curtis de Orbanisse" "Castro de Mandragono" - "il Castello del Mondragon" Castello di Tarzo - "Castel Sanct Piero", "Via del Castello". Inoltre da una prima ricerca condotta nel territorio appare possibile che vi fossero torri sia a Resera che Arfanta di Tarzo, ma andrebbero fatte indagini e ulteriori esplorazioni in loco dove sono presenti alcuni muri e pietrame squadrato che fanno pensare ad antiche costruzioni. Nel territorio di Tarzo vi sono altre tracce di fortililizi e testimonianze che fanno pensare all'esistenza di torri di guardia e vedette, si pensi al Sartori che sostiene la presenza di una fortificazione ad Arfanta citando un documento risalente al 1383, si pensi al Col de Guarda, "Guardia", tra Tarzo e San Lorenzo di Vittorio Veneto, dove probabilmente vi era una torre di guardia; si pensi ai toponimi Castellich e Castelir dove sono stati trovati reperti che fanno pensare a insediamenti antichi. Arnosti ci fa sapere di monete romane del IV secolo d. C. trovate in zona "Belstar" a Nogarolo, dove il Graziani accerta l'esistenza di un palazzo, a me, oralmente, è dato sapere che con la sua distruzione furono costruiti alcuni edifici di Colmaggiore. Sempre Arnosti ci fa sapere di mura medioevali, di un probabile castello sopra la località Introvigne, e dai ritrovamenti tardo romani presume una vedetta nel Col di Stella. Una pianta del Ligorio del 1563 riporta pure una torre nella zona di Fratta e pare vi fosse anche una rocca ad Est di Tarzo, infatti, Cristoforo Tentori nel suo saggio settecentesco ci fa sapere: "Si comprende ancora nel territorio di Ceneda il Contado di Tarzo o Tarso, il quale oltre la Rocca di detto nome contiene otto villaggi, governati da otto consiglieri". La ricerca si completa con la descrizione delle parti costituenti delle varie rovine dei quattro castelli e degli edifici di culto rese possibili attraverso approfondimenti e sopraluoghi di Luca Bottega Alessandro Tomasi, Valeriano Dal Cin, Gioele Camatta e Lucio Tarzariol che hanno curato il testo e provveduto alle ricostruzioni artistiche.