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I sei uomini rappresentativi sono Platone, il filosofo; Swedenborg, il mistico; Montaigne, lo scettico; Shakespeare, il poeta; Napoleone, l'uomo di mondo; e Goethe, lo scrittore. Nella prima conferenza, "Sui grandi uomini", Emerson sostiene che l'umanità, essendo pervasa dallo spirito della Divinità, non è composta che da un numero di individui. Un grande uomo è colui che rappresenta più di questa essenza divina rispetto ai suoi simili, e quindi permette all'Umanità di apprezzare le proprie possibilità.