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"Fiaccato. Ho chiesto asilo poetico in galassie mai nate. Al cosmo delle cose d'amore. D'alienazione e d'assenza ho taciuto. Mi son scritto e cancellato. Questo non è bastato a sottrarmi né ad addizionarmi figuriamoci a raccontare." Potremmo chiuderla così. Ma chi capirebbe quello che è stato scritto in questo libro? Già mi ripugna la parola Scritto e Libro. Quindi. Dovremmo rivedere tutto: Idea. Significante e significato. Ma come si racconta un libro in poche righe? Con una sinossi accattivante. Dovremmo indurre il lettore alla lettura? Ma. Il libro in questione non è un libro. Manca di tutti quegli elementi tradizionali usati per considerarlo tale. Si rifiuta d'esser raccontato. Sfugge alla sintesi. Al risultato. Al Passatempo. Il coraggio. L'impegno. La discesa. L'ossessione vi appartiene? Allora. Provate ad immaginarvi l'amore e la sua negazione. Il lettore e la sua assenza. Lo scrittore e la sua morte. Ancora. Ancora. Provate a combattere con le parole. Con il loro significato e l'insufficienza del linguaggio. Se entrate con l'intenzione di capire è da idioti. L'invito è la trasformazione in qualcos'altro. Osate. Per la prima volta. Valicate tutto quello che siete.