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"Storie dei guerrieri che siamo stati". Questo sarebbe potuto essere il titolo più appropriato di questo libro nel quale l'autore ha voluto filtrare la quintessenza delle sue esperienze. Alcune delle quali, infatti, - più di altre - ci hanno "formati" ed hanno contribuito a plasmare marcatamente il carattere di chi le ha vissute. Come, ad esempio, quelle fatte in ambito sindacale in quella stagione di mobilitazioni e di lotte studentesche ed operaie che hanno caratterizzato gli anni sessanta e settanta. Esperienze che hanno però, in fondo, costituito per qualcuno la logica conseguenza ed il riscatto da quelle, di segno negativo, fatte prima nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza che, a loro volta, hanno determinato in quei protagonisti il rifiuto dell'autoritarismo subìto in una scuola al tempo classista e alimentato la tensione verso quegli ideali di giustizia e di libertà che, fino ad allora , erano stati feriti o negati. L'autore - come in una rassegna quasi fotografica - descrive episodi della sua vita e di quella della sua generazione (quella del famoso "sessantotto") - richiamando quei ricordi che, spesso, lungi dall'essere soltanto un patrimonio personale, appartengono, in vari modi, ad un vissuto collettivo.