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Una Venezia degli anni Novanta accoglie il ritorno di Lena e la figlia Margherita, una giovane ragazza con un passato di cicatrici e sottili bugie che tornano a galla. La città grigia, rugosa, appannata fa da sfondo alla storia con una tonalità dolente che rispecchia la sofferenza in cui sta sprofondando l'adolescenza di Margherita. Attraverso l'amicizia con i compagni del liceo, Fefè e Milli, e la riscoperta di Nina, la nonna materna, Margherita si confronta suo malgrado con la violenza della propria famiglia, con il proprio corpo che non accetta e con le prime pene d'amore per Toni. "Fluido fil di ferro" è una narrazione sulla forza dell'amicizia, gli affanni dell'adolescenza, il tracciato invisibile che lega ineluttabilmente madre e figlia in un'insolita Venezia minore che, in quell'equilibrio precario di bellezza imperfetta, si plasma a somiglianza della protagonista, rivelando il senso autentico di città onirica. Perché, come scopre Margherita, "la proiezione dei sogni è il senso ultimo dell'uomo, il motore del mondo. Si chiama amore".