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Giorgia, Io, Voi. Tre parti, tre segmenti emotivi, tre scelte su come vedersi e vedere il mondo. È così che Giorgia Bianco decide di parlarci della sua poesia, accogliendola in tre visuali distinte, speculari ed opposte, a creare un gioco di rimandi e somiglianze - ma anche lontananze - che subito ci conquista. Non è una poesia semplice quella di Giorgia: è evocativa ma tenace, dura, dolcissima nella fragilità di alcuni versi e altrettanto caparbia nell'ostinazione di essere. È consapevolezza, poi, sopra a tutto: quella che sopraggiunge quando ci si rende conto che i propri confini sono svaniti, e qualcosa di noi si sta disperdendo e disperatamente cerchiamo di tenerlo insieme, ma per noi, con noi, senza utilizzare gli altri come margine.