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Con la Piccola suite per Brodskij, si entra in una Venezia senza tempo, sommessamente, accompagnati dallo sguardo poetico e visionario di Antonella Jacoli; da lì ci si cala in una dimensione che appare priva di riferimenti temporali precisi. Il luogo è metafisico, città spogliata dalla presenza umana chiassosa, perché in fin dei conti «Cosa sa essere più eloquente dell'inumano?» (cit. I. Brodskij, Architektura, 1993). [...] Quello che ricrea sapientemente la Jacoli è un'ambientazione onirica dai molteplici rimandi, un ramage di immagini. Al lettore non resta che lasciarsi attraversare dalle suggestioni che i versi evocano, senza opporre resistenza, salire in gondola e lasciarsi trasportare, come in una culla dove tutto Accanto a noi sopra e sotto/ confonde attutisce sparisce... (dalla presentazione di Adriana Tasin)