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Dopo "Storie, storiacce e incubi da dopo sbronza", Gianluca Gualandri torna a raccontare personaggi e situazioni grottesche; non bianche colombe che volano via dal cilindro di un mago ma ricci spinosi che strisciano lenti da sotto il letto, maldestramente nascosti in pezzi sparsi di biancheria. Animaletti simpatici ma pungenti, come lieve e dissacrante è la penna di questo autore, capace di cogliere e definire le sottigliezze di una umanità che sogna e che lotta e non conosce la vanagloria. Piccoli eroi del quotidiano, dal ragazzo che mette in salvo i passeggeri di un aliscafo impazzito alla suora "blues", pronta a tutto pur di tenere in piedi l'istituto che presiede. Una vita intera può definirsi nell'arco di pochi giorni o addirittura poche ore... se non nel tempo di una corsa in bicicletta. Questo sembrano suggerire i protagonisti di questi racconti, incapaci di celare le proprie debolezze che come gli aculei del riccio, al pari dell'esperienza, segnano e insegnano sempre qualcosa.