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"Quella di Aurora Caramia è una poesia eterea, sublime, lontana e inafferrabile, proprio come le immagini di un sogno che sfuggono rapide al risveglio, facendosi beffe della stupida coscienza che vorrebbe smontarle e capirle, analizzandole con la gelida logica della ragione. Questi versi non si lasciano rinchiudere nei rigidi stampi della retorica classica o in metalliche gabbie metriche: volano alti, liberi come romantiche farfalle che irridono i retini del cieco illuminismo. Sono liriche che abitano un non luogo dell'immaginario, esistente al di fuori degli assi cartesiani dello spazio-tempo, distante dalle grigie scenografie del quotidiano. La poetessa, grazie all'amore, il più deflagrante e universale dei sentimenti, ci racconta di una personale rinascita. Una nuova vita che le ha donato occasione di scrutare il mondo con occhi diversi - pervasi ora di magia e incanto - e di ascoltare il linguaggio e il suono segreto e leggerissimo delle cose. [...]" Dalla prefazione di Giuseppe Palladino.