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«L'autore ci restituisce, talvolta con eccessivo garbo, tutto l'ardore, la meraviglia, la cruenza, l'asprezza dei suoi e dei nostri vent'anni. Egli rappresenta, nel bene e nel male, il coraggio di esprimere in versi timidi e febbrili quella che è la vita nelle sue elucubrazioni notturne, nelle sue incertezze eterne e giornaliere; quella vita che nel momento massimo della maturazione della sua acerbità sente il bisogno di condividere con il prossimo la sua profonda intimità e di lasciare, seppur in apparenza con un po' d'anticipo, qualche piccolo stralcio di eredità a coloro che prima o poi incontreranno questa meravigliosa stagione dell'esistenza.»