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Il ruolo di testimone muto (titolo della silloge poetica) è stato affidato, dall'autore, al verso, che, pertanto, funge da custode delle esperienze narrate. Sia quelle direttamente riconducibili al vissuto, che quelle maturate come esperienze oniriche, concorrono a plasmare un fitto intreccio di relazioni anastomotiche e autoreferenti, che potremmo definire i sentieri dell'anima (sottotitolo della silloge). La lettura è l'unico modo per sciogliere, tra l'autore ed il verso, il citato vincolo del silenzio e rinnovare, ad esclusivo beneficio del lettore, l'incanto della condivisione.