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Lo spirito dell'essere umano non è sempre se stesso, saldo e immutabile. Si può ammalare, e perciò può cambiare, a seconda non solo del suo destino individuale, ma anche del periodo storico e del contesto in cui l'individuo si trova. E per ammalarsi le direzioni sono due: l'atrofia e l'ipertrofia. Lo spirito o rimpicciolisce, o cresce troppo. Partendo da questa intuizione, Constantin Noica - filosofo quasi eretico, quasi maledetto del Novecento europeo - esamina le malattie dell'uomo contemporaneo: Don Chisciotte e Faust illustrano il tormento di non poter agire in accordo con il proprio pensiero; Don Giovanni, o l'esasperazione del destino individuale che non riconosce più alcun ordine generale; Tolstoj, o l'annullarsi dell'individuo nella storia; e infine le creature di Beckett, che rappresentano l'assenza di determinazioni, la malattia del non-atto.