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Testamento spirituale del maggiore poeta finlandese, i Canti di Pentecoste (Helkavirsiä), raccolta di ballate, leggende e miti, sono le tappe di un viaggio in un immaginario intimo e primitivo e un maestoso sforzo poetico di sintesi tra coscienza europea, tradizione baltofinnica e simbolo universale. Redatti in due tomi (1903 e 1916) e ispirati alle "cerimonie liriche di Pentecoste" o "helkajuhla" di Ritvala, rito pagano della fertilità permeato da elementi del cristianesimo medievale, i ventinove poemi sono riflessioni originali e profonde sulle questioni centrali del pensiero moderno: il superuomo e la volontà eroica di fronte alla morte, lo slancio faustiano e la magia come riscatto cosmico dell'"io", l'identità nazionale, l'interpretazione romantica e la dimensione tragica, vero sigillo d'equilibrio tra forze apollinee e dionisiache. Un grande capolavoro del Novecento integralmente proposto per la prima volta al lettore italiano in edizione filologica con testo originale a fronte, e appendice dei professori Teivas Oksala e Tuomo Pekkanen.