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"L'ho ereditata ma non riesco ancora a sentirla mia. Non sono nata qui e l'ho pensata sempre e solo come la casa dei miei genitori. Vi abito ormai da sola da qualche anno, ma continuo a viverci come se fossi un'ospite: mi sembra di usare ogni cosa come in temporanea assenza di mia madre... Dopo la guerra e negli anni Venti abbiamo vissuto qui quasi sempre tutte insieme. Allora sì che la sentivamo la 'nostra' casa, di tutte noi, mamma, la zia Mumel, Silva, Evi e me. Abbiamo conversato, scherzato, commentato, criticato, spettegolato insieme. Oltre a tutte le questioni di famiglia, come era naturale e giusto, si parlava molto anche di tutto il mondo. Le nostre letture ci offrivano spunti di riflessione e discussione su aspetti storici e geografici di ogni tempo. Sì, anche se vivevamo lontano da ogni grande centro in una casa di un luogo sconosciuto, non importante, sentivamo però di camminare anche noi su questo pianeta..."