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Questo libro nasce da una ipotesi, che il mago bruniano possa essere inteso come il manager dei sistemi complessi, ed in particolare dei sistemi più complessi tra tutti, le città e i territori. Se la "teoria universale delle cose" corrispondesse all'epistemologia della complessità; "Incatenare" volesse dire applicare forme di regolazione che nascono dalla democrazia partecipativa; l'andamento a spirale rinascimentale corrispondesse al ciclo di Deming e al modello della quintupla elica; l'unica forza, l'Amore, che lega e dà vita a nuovi mondi fosse la forza solidaristica alla base dello sviluppo sostenibile e di tutte le organizzazioni formali e informali che costituiscono la società? Le analogie sono tante. Sembra quasi che ora che con l'approccio scientifico si stanno iniziando a studiare i sistemi più complessi tra tutti, le città e i territori, si stiano iniziando a riutilizzare finanche gli stessi termini usati da Bruno cinque secoli fa. Sono interrogativi che val la pena di porsi, interrogativi che comunque danno l'occasione di approfondire temi come lo sviluppo sostenibile, la sua storia centenaria e la connessa evoluzione dell'urbanista nel terzo millenio.