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La città è una parmigiana lenta. Strati che si intervallano nel tempo che cuociono nel susseguirsi altalenante delle stagioni, tutte uguali e sempre di diverse sfumature, che ricorrono un'impensabile ed irraggiungibile stasi. Il tempo macina, oltre ai ricordi, anche le cose che gli uomini realizzano nell'intento di migliorarsi. A volte è solo apparenza, a volte è solo per poco, a volte si stemperano nella pioggia delle ore che trascorrono, a volte sfumano, a volte si trasformano. La nostra vita, spesso, è un adattamento alla modernità che incombe sempre e costantemente sulla nostra testa, la modernità invecchia nello ieri ed è ancora utopia nel domani, ma oggi si concretizza per vivere solo un momento quell'attimo che drammaticamente spesso non cogliamo e dunque sfugge se non lo fissiamo nella filigrana dei ricordi che, in quanto tali, riemergono solo quando provocati. Le botteghe sono retaggio del passato, direbbero alcuni, luoghi che la città ha assorbito, a volte cancellandoli, a volte enfatizzandoli. La città cambia, si evolve, è un organismo in continua evoluzione, esattamente come gli uomini che l'hanno generata e la abitano.