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Ogni uomo ha una sua storia più o meno semplice, più o meno vissuta, ma ad ogni storia umana si aggiunge qualcosa di speciale se è la vicenda di un artista che ha messo in gioco la sua sensibilità per dare forma alle sue emozioni, al suo particolare modo di sentire e vivere la realtà. È questo il caso di Vespasiano Bignami, artista citato in quasi tutti gli scritti sulla Scapigliatura, quale fondatore della Famiglia Artistica Milanese, organizzatore di eventi a scopo benefico e "risotti masque'" scrittore d'arte e dialettale nella Milano di fine Ottocento. Pittore in genere collocato fra gli scapigliati o fra i cremoniani ma figura aperta alle molteplici sollecitazioni culturali che nel corso della seconda metà dell'Ottocento si andavano delineando. Tale apertura lo ha portato a esplorare ricerche linguistiche diverse: dall'esperienza romantico- accademica della formazione il giovane pittore si orientò verso la pittura di realtà per approdare poi ad una pittura atmosferica di matrice scapigliata sino a venare, sul finire del secolo, influenzato dal revival di quegli anni, il suo linguaggio scapigliato di stilemi classicheggianti e neorinascimentali.