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«"I ragazzi dello Stradone" è un ricamo fatto a mano di un ambiente unico che sa di periferia e città, di laicità e religione, di ritualità e avventurosità. C'era un tempo in cui attorno alla via Aurelia ferveva la vita di paesi, città e villaggi: lungo la più bella arteria d'Italia che ci collegava al resto dell'Europa, senza matematici calcoli di costi-benefici, sorgevano trattorie, officine, comunità, da lì passavano eserciti e papi, pellegrini e viandanti, carri tirati dai buoi e camion, il Cantagiro e il Giro d'Italia. Sino agli anni Sessanta-Settanta su questa strada sinuosa ed elegante si inerpicavano file di autoarticolati con destinazioni ignote, camioncini colmi di frutta, macchine francesi da contestazione studentesca e macchine italiane adatte a trasportare la classe proletaria oltre l'Appennino.» (dalla prefazione di Marco Ferrari).